La Suprema Corte di Cassazione sulla c.d. prova di resistenza
Con la sentenza n. 1933/2017 la Suprema Corte di Cassazione ha deciso un caso di concorrenza sleale, confermando il principio di diritto secondo cui
“nell’ipotesi in cui con il ricorso per cassazione si lamenti l’inutilizzabilitA? di un elemento a sostegno della decisione, il motivo di impugnazione deve illustrare, a pena di inammissibilitA?, l’incidenza dell’eventuale eliminazione del predetto elemento ai fini della cosiddetta “prova di resistenza”, in quanto gli elementi di prova acquisiti illegittimamente diventano irrilevanti ed ininfluenti se, nonostante la loro espunzione, le residue risultanze risultino sufficienti a giustificare l’identico convincimento”.
Sul caso si rinvia all’articolo di Padovanews:
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